Sono sempre stata una bambina molto sensibile ai limiti della patologia, direi e mi sono sempre sentita dire che avevo “le palle”; probabilmente, con il senno del poi, era un’esigenza del mio papà vedermi con le palle ed era allo stesso tempo una sua aspettativa.
Faceva fatica ad entrare in relazione con me…donna, l’ho capito da grande.
Beh quelle palle che mi sono sempre sentita dire di avere ad un certo punto ho creduto di averle davvero, ma non era così. Mi muovevo goffamente in un abito che non era il mio ostentando le famose “palle” che non avevo. Risultavo aggressiva senza motivo; non sapevo davvero cosa volesse dire avere le palle.
Mio padre era come me un uomo buono in un abito da "duro", ho imparato da lui ed anche lui era goffo e sofferente.
In realtà, se avessi potuto, se mi fosse stato permesso, avrei mostrato la mia estrema sensibilità che ritengo sia un grande punto di forza e di partenza e non di debolezza, come spesso ci hanno insegnato.
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