Quando sei molto sensibile, il rischio più grande è che tu ti chiuda nel tuo mondo.
Marta è una Persona Altamente Sensibile.
E’ stata una bambina difficile da sempre con tante emozioni da gestire e poco comprese da tutti. Ha imparato a rendersi “tollerabile” agli occhi degli altri. Ha capito nel tempo che, quando si esce di casa , bisogna lavarsi i denti, pettinarsi, sorridere agli altri ed essere garbati; ha capito presto che non si deve sempre dire tutto quello che si pensa altrimenti si rischia di restare soli. Ha capito che per avere amici o amiche bisogna rendersi simile agli altri e che non si deve essere troppo “pesanti” ma assumere quella leggerenza che proprio non le appartiene.
La leggerenza che la rende simpatica e piacevole da frequentare, a costo di reprimere ogni suo stato d’animo così malinconico e incomprensibile agli altri. Ma Marta è spesso triste senza motivo, semplicemente perchè la vita per lei è faticosa anche se non ha problemi evidenti; fa fatica a prendere l’autobus che la porta al lavoro; quel viaggio in realtà le pesa come fare una maratona, le pesa addirittura di più di tutta la giornata di lavoro intera, perchè Marta fa un lavoro che le piace. Non si sa come, non se lo spiega nemmeno lei, ma ha avuto la capacità di direzionarsi verso un lavoro che le piace e che la gratifica: insegna yoga e sta a contatto, a livello profondo, con le persone ogni giorno, lproprio quello che le piace di più. Perchè per Marta le relazioni si, diciamolo, sono una cosa seria!!!
Marta ha capito da molto piccola che il suo modo di sentire era “sbagliato” e non ha fatto altro che modificare tutto questo per essere accettata dagli altri: prima dalla sua famiglia, poi dai suoi compagni di scuola e dai suoi insegnanti, poi dal suo partner ed i colleghi di lavoro. Una vera esperta di come relazionarsi agli altri per essere accettata senza giudizio, sopprimendo e giudicando ogni giorno ovviamente il suo modo di essere che, comunque continua a farsi sentire. Senza pietà ogni giorno il suo modo di essere si fa sentire, lei sorride fuori ma dentro piage, apparentemente senza motivo.
Piange perchè si senta stanca a causa dei ritmi di lavoro, perchè le sembra di vivere in un modo assurdo al quale deve adeguarsi ogni giorno altrimenti è fuori: fuori dal mondo del lavoro, fuori dalla socializzazione, fuori dalla sua famiglia, fuori dalla realtà insomma. E lei non vorrebbe uscire dalla realtà.
Così da sempre lei remprime la sua sensibilità, ed è bravissima, credetemi! Ma a volte non è riuscita a farlo perchè le emozioni erano davvero troppo forti. Mi dice piangendo “Credimi, io ce l’ho messa tutta, sapevo che non dovevo esprimere quell’emozione in quel modo e in quel momento ma non sono riuscita, c’era qualcosa dentro di me più forte ”. E così è stata giudicata, messa da parte da bambina e a volte presa in giro pesantemente. Ricorda come fosse ieri quando la maestra ha riso di lei durante una sua interrogazione in cui, sovrastata dalle emozioni, non è riuscita a dire una parola e si è messa a piangere. Lo ricorda così bene che forse proprio quell’esperienza ha lentamente incoraggiato Marta a chiudersi e ad isolarsi nel suo piccolo mondo, sempre più piccolo.
Vorrebbe mettere il naso alla finestra e fare un passo fuori ma ha paura. Questo mondo, mi dice, “non è per me: troppe macchine, troppi rumori, troppa rabbia, troppo apparire invece che essere. Ho trovato il mio equilibrio fatto del mio lavoro, che mi dà tanto e di poche persone con cui parlo la stessa lingua. Vorrei tanto trovare un pezzettino di mondo in cui rilassarmi e non sentirmi attaccata ma non penso che esista”
E poi ci sono giornate in cui Marta sente addosso su di sè tutto il peso della vita. Le chiama quelle giornate in cui si sente fragile, in cui teme che uscire di casa sia pericoloso per lei perchè anche non trovare parcheggio la fa piangere, la stressa tutto e teme che le persone possano essere più aggressive del solito con lei. E sistematicamente succede!! Succede che, quando lei si sente fragile viene attaccata su più fronti e mi dice “Non so perchè succede, evidentemente attivo qualcosa di cui non sono consapevole, ma in quei giorni mi attaccano tutti: litigo con mia sorella che non sento mai , mi scrive l’amministratore di condominio arrabbiato, mi arriva anche una multa, una mia allieva di corso che sembra voglia approfittarsi di me……e lì crollo. So che passerà ma faccio fatica a tenere la testa alta ed ho paura di cadere nel vortice , di non avere più le forze per riattivare in me quell’energia bella e pulita proprio di una persona sensibile come me”.
Si perchè Marta è anche luce e sole ed in molte occasioni ma non in tutte. Marta esprime meglio la sua luce quando riesce ad essere sè stessa senza giudizio, a poter esprimere la sua “stranezza” senza timori e allora li si che sembra un arcobaleno pieno di energia e forza che risece a donare agli altri, nel suo lavoro, forse come nessuno fa.
Ma non è facile stare al mondo per Marta e lei lo sa bene.
Sono pochi i luoghi in cui si sente così ed ogni stimolo esterno può modificare questa condizione. Saper comprendere il suo mondo interiore e tutto quello strato di dolore che l’ha portata, nel tempo,a chiudersi, è la chiave per farla aprire. Così comincia lentamente a sorridere, piano pianco accetta anche il mio abbraccio alla fine del nostro incontro, si fida del fatto che possano esserci relazioni in cui lei può essere se stessa.
Ma ogni passo che faccio deve essere leggero e molto rispettoso. Deve tener conto di ogni sua esperessione corporea non espressa è ovvio ,a causa della sua grande abilità, acquisita nel tempo, a reprimerssi. Più volte devo fermarmi e chiederle “Come ti senti”?, per verificare che sia tutto ok .
Mi guarda sospettosa e mi ricorda spesso un cucciolo maltrattato che ha bisogno di tempo per fidarsi nuovamente del mondo e delle perone che incontra e la relazione, in questi casi, è una grandissima responsabilità. So che la nostra relazione può dare fiducia a Marta, con i suoi tempi, di riaffacciarsi al mondo, di provare una volta ancora, con più consapevolezza di sè e dei suoi limiti ,ma con più fiducia.
Fiducia in sè per i nuovi strumenti acquisiti, per la maggiore compassione e accettazione di sè, fiducia negli altri perchè il Mondo è difficile ma c’è tantissima gente in questo mondo come lei che ha bisogno, proprio come lei, di essera ccolta e compresa.