Come Mai Ci Capita Di Rimanere Delusi Dagli Altri? E Come Fare Perché Non Succeda Mai Più?
Quante volte ti succede di rimanere delusa da una persona?
Quante volte sei entusiasta all'inizio di un rapporto e poi, poco dopo, rimani così delusa da non voler più frequentare quella persona così da stravolgere completamente la percezione che hai dell'altro, rispetto a come era all'inizio del vostro rapporto?
Sei partita così entusiasta che non ti sembra vero che l'idea che hai dell'altro si sia modificata così tanto e a volte in così poco tempo.
E ti succede sempre, sistematicamente parti entusiasta e finisci per essere delusa.
La cosa più grave che possa succedere in questi casi è che non ci si accorga che il problema è il nostro e non degli altri. Si perché spesso accade per una vita intera di pensare che siano gli altri a deluderci e che tutti siano così, invece di capire che probabilmente siamo noi a dover rivedere qualcosa del nostro modo di fare.
Mi è capitato spesso di rimanere delusa, così tanto da dovermi chiedere, ad un certo punto della mia vita, come mai succedesse tutto ciò e così spesso; non potevo accettare che il mondo fosse così tanto deludente. Ed ho capito che ero io a sbagliare qualcosa dal primo momento di quel nuovo rapporto che poi, inesorabilmente, mi avrebbe delusa.
Questa cosa si verifica più spesso in persone insicure e che tendonoo ad assegnare all'altro, quindi all'estero di sé,, un potere ed una magia che noi desidereremmo avere ma che non riconoscendo in noi.......riconosciamo a volte affrettatamente nell'altro.
Quindi letteralmente investiamo l'altro di tutto ciò senza essere sicuri che tutto questo gli appartenga davvero. lo facciamo e basta. Lo facciamo per soddisfare un nostro bisogno.
Pensiamo a quante volte abbiamo percepito segnali negativi, all'inizio di una relazione, ma abbiamo fatto in modo di non vedere perché era troppo grande il nostro bisogno di avere una storia d'amore e di un certo tipo. E quindi, per non demolire nella nostra mente quel sogno, evitiamo di vedere la realtà per quello che è.
Diciamo che prolunghiamo di un pò i tempi perché, prima o poi, quello che non vediamo per soddisfare un nostro bisogno emergente, verrà fuori, ed inevitabilmente ci farà soffrire.
La stessa cosa accade nelle amicizie e negli affari, stesso identico processo di investimento ad amici o soci affidando all'altro la soddisfazione di un nostro bisogno.
Facendo in questo modo, senza alcuna consapevolezza, ci proiettiamo verso una delusione assicurata diventando succubi quindi delle aspettative che abbiamo nei confronti degli altri. Attribuendo all'altro caratteristiche che lui non ha e evitando di vedere le cose per quello che sono davvero, come potremmo prima o poi non rimanerne delusi?
E' chiaro quindi siamo noi che facciamo tutto questo e tutto da soli, in maniera completamente autonoma solo ed esclusivamente per soddisfare un nostro bisogno di quel momento.
Questo automatismo è dovuto principalmente dal nostro senso di inadeguatezza dovuto probabilmente da una nostra storia personale ma anche incoraggiato dal messaggio che la nostra società da anni ci dà: è cioè di quanto sia fragile l'essere umano e di quanto abbia bisogno sempre di un supporto esterno rendendoci così consumatori facilmente influenzabili.
Quindi il nostro locus of control (luogo di controllo) è esterno e non interno. Cioè affido a cause esterne (persone e situazioni) la mia riuscita e la soddisfazione di miei bisogni, invece che ottenere tutto ciò utilizzando e sfruttando risorse interne. Quindi non dipende da me l'accadimento di una certa cosa ma da eventi o persone che io non controllo.
A questo dobbiamo il grande successo dei Guru che ci dispensano consigli quotidianamente sui social o altro. Le persone non aspettano altro che essere guidate e consigliate.
Affido a te la mia felicità invece di riconoscere le mie responsabilità nell'ottenere questo: attivare determinate risorse, creare certe situazioni, scegliere le persone che vogliamo "abitino" la nostra vita, rifiutare di essere trattati male, avere un atteggiamento costruttivo, essere ottimisti e molto altro ancora. Tutto questo contribuisce a migliorare la nostra vita e non solo a renderci sicuri e forti.
Nel mio studio ricordo molto spesso a chi si rivolge a me che il successo di un lavoro di Counseling è dato soprattutto dalla capacità di collaborare con il professionista. Non è un affidarsi a me ma un camminare insieme in una direzione che deve certamente indicarmi il cliente. Ci vuole forza di volontà e riporto spessissimo la persona che ho davanti a guardarsi dentro, a smettere di chiedere consigli ad altri ma ad imparare ascoltarsi bene perché la risposta più adatta a noi la sappiamo solo noi e nessun altro. Riappropriarsi del locuste interno.
Cosa possiamo fare quindi per evitare di cadere in questa trappola di affidarsi all'esterno piuttosto che all'interno?
Una cosa che possiamo fare certamente quando conosciamo una persona nuova o ci "innamoriamo" di una situazione che dal nostro punto di vista potrebbe cambiare la nostra vita è prendere tempo. Suggerisco sempre di prendere tempo perché il tempo ci aiuta a capire bene chi abbiamo davanti e se quella situazione fa per noi. Attribuire eccessivo potere ad un altro ha un rischio: se la persona che abbiamo investito di tutto ciò dovesse rivelarsi la persona sbagliata, la delusione che ne consegue si paga e spesso a caro prezzo. Non sempre possiamo permetterci di pagare questo prezzo. Inoltre, andando avanti col tempo, a forza di delusioni rischiamo di chiuderci in noi stesi ed isolarci.
In secondo luogo ascoltarsi e non negare l'affiorare di sensazioni che vogliono comunicarci qualcosa che non va. Il nostro corpo ci comunica molto bene quello che non va e non dovremmo mai ignorare quelle comunicazioni.
Per ultimo cercare di guardare con un pò di distacco qual'è il bisogno che stiamo cercando di soddisfare attraverso quella relazione o quella situazione e chiederci se siamo sicuri che sia proprio in grado di soddisfare quel nostro bisogno.
Vi faccio un esempio: se ho bisogno di essere ascoltata e riconosciuta, prima di investire una persona di questa capacità, la osservo bene e cerco di capire se è proprio in grado di ascoltarmi e riconoscermi. mettiamo il caso che questa persona, ogni volta che racconto qualcosa di mio a cui tengo molto, si distragga o risponda al telefonino. Quale sensazione porterei a casa? Siamo sicuri che sia la persona giusta a cui affidare la soddisfazione di un bisogno per me così importante? E se cominciassi a capire la natura di quel bisogno e a soddisfarla da me? Come mi renderebbe tutto ciò?
L'ideale sarebbe imparare a fare tesoro delle proprie risorse e assegnare meno potere all'esterno e più a noi stessi. Con la pratica, con la sperimentazione e con l'aiuto di un professionista, perché no, che ti aiuti a vedere più oggettivamente situazioni dalle quali è meglio proteggersi attivando risorse interne.
Il Counseling è un aiuto molto efficace per ottenere questa indipendenza.
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